Novità

Cookie Policy Informativa sull’utilizzo dei ...     Pipistrelli alla spiaggia, di Brian Lies Ormai lo sappiamo: i pipistrelli am ...     Consigli su installazione delle bat box   Queste due fotografie mostra ...     Australia, il caldo fa strage di volpi volanti Nel Queensland del nord un’on ...     SOSTIENI LA CAMPAGNA “DONA UN TETTO AI PIPISTRELLI” Ciao a tutti, siamo a scrivervi per ...     Il pipistrello poeta, di Randall Jarrell “Il pipistrello poeta” è un pi ...    

2012, ricoverati 15mila animali selvatici nei CRFS LIPU

Un falco di palude imprigionato in una piccola gabbia; una volpe investita da un’auto; due piccoli di cicogna caduti dal nido dopo il terremoto; un piccolo gheppio inanellato in Finlandia e ritrovato ferito a Campobasso. Sono solo alcune delle storie raccolte l’anno scorso dalla LIPU-BirdLife Italia nei propri Centri recupero della fauna selvatica, che hanno accolto nel 2012 oltre 15mila animali selvatici feriti o in difficoltà, tra uccelli, rettili e mammiferi.
Uno sforzo economico e organizzativo molto impegnativo per l’Associazione, in un contesto di scarsità di risorse economiche ma sostenuto da un costante e appassionato lavoro di tanti volontari coordinati dallo staff LIPU.

Dei 15.300 animali ricoverati nell’anno appena concluso, 12.660 erano uccelli (l’82%), e il resto (2.640) mammiferi come volpi, istrici, ghiri, pipistrelli, ricci, caprioli, cervi e lepri ma anche rettili come numerosi esemplari di testuggini. In media, un animale su due è giunto ai centri LIPU come “nidiaceo”: privi di genitori, in seguito alla distruzione (illegale) del nido, i pulcini sono stati allevati fino al raggiungimento di un’età e peso sufficienti per la liberazione in natura. Tra le cause più importanti di ricovero la LIPU segnala i traumi da impatto contro automobili, infrastrutture, edifici o anche pale eoliche, come nel caso di un nibbio reale gravemente ferito in Molise. Molti anche gli esemplari giunti debilitati, intossicati, feriti dai predatori o abbattuti a colpi di fucile: tra questi ultimi i più colpiti, pur se superprotetti dalla legge, rimangono i rapaci: 19 quelli giunti al centro di Roma, quasi la metà dei quali deceduti in seguito alle ferite, solo tre liberati mentre gli altri risultano attualmente in degenza, e 22 quelli arrivati al Centro recupero LIPU a Palermo, tra cui falchi, aquile, gufi e poiane, e numerosi altri esemplari negli altri centri LIPU.

Il Centro recupero di Roma si conferma la più importante struttura dell’Associazione a livello nazionale, con un terzo di animali accolti (5.706) sul totale, mentre ben 3.890 sono entrati al Cruma (Centro recupero uccelli marini e acquatici) di Livorno.
Tantissime le storie raccolte: due rare testuggini palustri europee (Emys orbicularis) curate al centro “La Fagiana” di Pontevecchio di Magenta (MI) e poi cedute a un progetto di conservazione della specie in atto nel Parco delle Lame del Sesia; un falco di palude, sequestrato dalla Polizia provinciale di Roma a un cacciatore che lo deteneva in una piccola gabbia, ad oggi ancora in attesa di essere liberato; un gheppio inanellato dagli ornitologi dell’Università di Helsinki, e ritrovato ferito, a più di 2.500 chilometri di distanza, in Molise, dove ha trovato le cure del Centro recupero di Casacalenda (video della liberazione: http://www.youtube.com/watch?v=XnFE2Wy2LjE&feature=youtu.be); due giovani cicogne cadute dal nido nella bassa ferrarese dopo il violento terremoto del maggio scorso, accudite dai volontari LIPU di Ferrara e dal Centro cicogne di Silea (TV) e infine liberate, dopo alcuni mesi, negli stessi luoghi del ritrovamento (video sui pulcini al centro e la liberazione: http://www.lipuferrara.it/); una rara poiana albina trovata debilitata, curata e infine liberata. Storie che intrecciano sofferenza per gli animali con la passione dei volontari e, infine, il sentimento di gioia per aver restituito salute e libertà ad animali che non avrebbero mai potuto farcela da soli.

“I nostri centri – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU – assolvono un compito molto sentito dalla gente, quello di curare gli animali selvatici in difficoltà e restituirli alla vita selvatica. In molti casi, si tratta di specie di grande valore naturalistico, protette e superprotette dalle normative nazionali e internazionali. Spesso queste strutture, per i cittadini, rappresentano l’unico punto di riferimento sul territorio.
“Ci rivolgiamo al futuro Parlamento che scaturirà dalle prossime elezioni politiche – prosegue il presidente LIPU – La mole di lavoro cui sono costretti i nostri centri e la scarsità di risorse a disposizione degli stessi rendono urgente, e non più rinviabile, l’approvazione di una legge che riconosca i Centri recupero quali strumenti per la cura della fauna selvatica in difficoltà, ne definisca i requisiti strutturali, organizzativi e strumentali e assicuri forme mirate di finanziamento che ne garantiscano il funzionamento”.

Leave a Reply

Con il patrocinio gratuito di: