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Pipistrelli: superstizione, curiosità, cinema, letteratura e sogni

 di Marco D’Amico – I pipistrelli, da sempre, sono vittime di falsi miti, leggende e superstizioni ed hanno dato spunto a scrittori, poeti, registi e sceneggiatori che, in ogni epoca, si sono sbizzarriti in ogni sorta di descrizione, tra realtà e finzione.

Nelle righe che seguono, troverete dunque alcuni spunti o consigli letterari che, crediamo, possano trasmettervi la voglia di approfondire la conoscenza dei Chirotteri, anche attraverso strade alternative che non siano quella di un approccio prettamente scientifico.

In molti casi, vedrete, si è voluto soltanto accennare a questa o a quell’opera oppure a superstizioni e leggende, essendo ben coscienti di esserci certamente dimenticati di qualcosa. Ma ci piacerebbe anche che queste “dimenticanze” vi diano la voglia, lo spunto per andare alla ricerca di qualche “chicca” che possa ampliare la vostra e la nostra passione per questi fantastici animali.

 

 I pipistrelli e superstizione

Quante se ne dicono sui pipistrelli! C’è chi li ama e chi li odia. Chi li venera e chi ne farebbe volentieri a meno. Questo in ogni angolo del Globo e in ogni epoca. Basti pensare che al pipistrello sono legati molti significati simbolici. Essendo animali capaci di volare silenziosamente e con destrezza nel buio più totale, sono infatti sempre stati associati alla paura del buio, della notte, delle forze magiche, delle tenebre e quindi anche della morte.

Generalmente, in Occidente fin dai tempi antichi era considerata una creatura “negativa” foriera di disgrazie, con il demonio che, spesso, nelle rappresentazioni pittoriche era dipinto con lugubri patagi di pipistrello. L’angelo, invece, era proposto con candide ali bianche di uccello. In chiesa, ad esempio, le donne dovevano portare i capelli coperti proprio a causa della credenza secondo cui i pipistrelli, quindi i demoni, fossero attratti dai loro capelli.

In Oriente, al contrario, in alcune culture è addirittura venerato. In Indonesia, ad esempio, ci sono delle grotte frequentate da pellegrini devoti ai pipistrelli.

In Cina, invece, il pipistrello è presente negli stemmi di alcuni palazzi nobiliari, perché  sinonimo di felicità e longevità. Mentre se vengono rappresentati in coppia, sono auspicio di buona fortuna. Quando il buon auspicio che accompagna si è manifestato, il pipistrello è invece rappresentato capovolto. Per quel che riguarda la longevità, secondo la leggenda, i pipistrelli possono vivere più di mille anni perché si nutrono di stalattiti che, oltre alla longevità, danno loro la capacità di assumere riflessi argentati.

Generalmente, in molte culture orientali è spesso presente una stella sacra a cinque punte rappresentanti ognuna un tipo di felicità: longevità, ricchezza, tranquillità, salute e buona morte, ovvero una morte naturale. E il pipistrello è sempre “a guardia” di questa stella.

In centro America, invece, il pipistrello è simbolo di rinascita ed è molto venerato. Questa venerazione aveva un ruolo rilevante nelle culture degli Aztechi, dei Maya e dei Toltechi. Per queste popolazioni, infatti, il pipistrello era visto come “un animale che abita in anfratti oscuri che ricordano il buio della tomba” e che, al tempo stesso, riposa a testa in giù, ovvero nella posizione che ha un bimbo nel ventre materno, poco prima di nascere. Durante il rito di iniziazione, gli sciamani venivano sotterrati anche per una notte intera, per testarne i limiti psichici e fisici, e quando appariva in sogno un pipistrello, era il “segno” della necessità di staccarsi dal proprio io per poter poi progredire in un’esistenza migliore.

Facendo ancora un passo indietro nel tempo, va ricordato che nell’antica Roma i pipistrelli venivano addirittura inchiodati nelle porte delle case, per difendersi dalle malattie e dalle streghe!  Si pensava infatti che la presenza silenziosa di un pipistrello, segnalasse l’arrivo di una disgrazia o, comunque, di una grande tempesta.

In alcune stampe del XIX secolo i pipistrelli vengono ritratti come carnefici con un’insana predilezione a succhiare il sangue di piccoli ed adulti oppure fortemente interessati ad insediarsi nelle folte chiome umane, da qui la credenza secondo cui si attacchino ai capelli. Niente di più falso! Anche perché il rischio di morte per un animale che rimanga impigliato in una chioma è molto alto e questo i pipistrelli lo sanno bene. In altri casi, invece, diventano vittime inconsapevoli di pseudo rimedi pensati dall’uomo che, in alcune parti del mondo, utilizza il loro sangue come rimedio alla sterilità femminile o come ingrediente per miracolose pozioni d’amore.

 

 Pipistrelli e curiosità

Il pipistrello è presente anche in molti stemmi. In araldica, la presenza di un pipistrello simboleggia l’aiuto reciproco e la sicurezza. Il motivo? Due pipistrelli, se molestati, si aiutano a vicenda mentre un solo chirottero, volando intorno alla casa, scongiura i malefici. Di norma, il pipistrello è rappresentato visto di fronte e con le ali aperte.

E’ presente, ad esempio, nello stemma della città di Valencia e le spiegazioni sono varie. C’è chi dice che gli Arabi allevassero pipistrelli per difendersi dalle zanzare durante il loro dominio nella città Spagnola con i sultani che ne avevano colonie numerose all’interno ei loro palazzi. Ed a proposito di sultani, è interessante la leggenda riguardante proprio l’ultimo sultano regnante a Valencia. Si narra che sognò che il suo regno sarebbe stato legato proprio al suo pipistrello preferito e finché questo pipistrello fosse rimasto in vita e libero di volare, il regno sarebbe continuato. Ma la leggenda vuole che nel 1238, durante lo scontro con Giacomo I d’Aragona, il pipistrello reale volò verso Giacomo I, attratto dalla figura del dragone dell’esercito nemico. Sapete come andò a finire? Quel giorno Valencia cadde e finì il dominio arabo sulla città. E il pipistrello divenne uno dei simboli della città spagnola.

Restando sempre a vicende legate alla Spagna, curiosa è anche la storia del simbolo di una delle case produttrici più famose di rum, la Bacardi. Siamo al 1862, a Santiago de Cuba dove si erano trasferiti per comperare una distilleria abbandonata e cadente gli emigranti castigliani, spagnoli per l’appunto, Don Facundo Bacardi e la moglie Dona Amalia Lucia Victoria Moreau. 

Una volta acquistata, Don Facundo Bacardi si accorse con sdegno e terrore che nella mansarda di quella che era poco più che una baracca, viveva una folta colonia di pipistrelli della frutta. Ovviamente, avrebbe voluto sbarazzarsi con velocità della poco apprezzata compagnia. A quel punto però intervenne con autorità la moglie, donna colta ma anche decisamente superstiziosa, che fece notare al marito come, far fuori quegli animali, avrebbe potuto non essere di buon auspicio per la nuova attività imprenditoriale, anche perché il pipistrello è considerato dalla mitologia cubana come simbolo di buon auspicio e prosperità. La saggia donna, inoltre, pensò bene di eleggere a simbolo del marchio della nuova bevanda, proprio il pipistrello! E a giudicare dalla fortuna, e dalla bravura della coppia castigliana, presero proprio una saggia decisione e, in fin dei conti, il tempo diede loro ragione!

Ma i pipistrelli, oltre che tra le bottiglie di rum, possono svolazzare anche tra i libri. E’ il caso della biblioteca Joanina di Coimbra, in Portogallo. Con i suoi 200.000 tomi di inestimabile valore, è tra le biblioteche più importanti al mondo con i volumi che vengono conservati in un ambiente su due piani con un’umidità costante tra i 18° e i 20° e due pipistrelli liberi di svolazzare nel salone a protezione “naturale” contro eventuali insetti golosi di carta.

Altra curiosità è legata all’oroscopo, e più precisamente a quello Maya. Secondo i sacerdoti Maya i nati sotto il segno del Pipistrello (dal 27 Luglio al 25 Agosto) “hanno un udito così sensibile da poter sentire anche i pensieri degli altri e per questo motivo chi nasce sotto questo segno è una persona che non ha bisogno di grandi alleanze per raggiungere importanti ruoli di responsabilità, agisce d’istinto, agisce in maniera diretta per evitare problemi e, per questo, fa del tempismo una prerogativa del proprio operare e non ama fare troppi calcoli perché si fida ciecamente del proprio sesto senso”. Per quel che concerne, invece, la simbologia del segno del Pipistrello: il Fiore o Pianta è la Dulcamara; la Pietra è la Perla, il Pianeta Guida: Luna; il Colore dell’aura: Nero; il Numero Fortunato: 16.

 

I pipistrelli nella letteratura

Gli amanti dei pipistrelli, non possono certo perdersi l’affascinante lettura de “Il pipistrello meccanico” di Leonardo Da Vinci, proposto da “Nuovi Studi Vinciani” ed a cura di Mario Taddei, in cui è impossibile non appassionarsi agli studi del grande Maestro toscano che fin da giovane aveva manifestato l’interesse per il volo, osservando gli uccelli e portandolo alla conclusione che anche l’uomo avrebbe potuto volare. Nel testo si possono osservare i disegni di Leonardo nei quali sono ben evidenti i suoi studi rivolti in alle ali e, in particolare, alle ali cosiddette “a sportello” di forma simile a quella del pipistrello. Una lettura che vi consigliamo vivamente, per gli amanti dei pipistrelli ed anche del genio smisurato di Leonardo Da Vinci.

Ma i pipistrelli hanno anche stimolato altri studiosi. Uno dei più importanti saggi della filosofia contemporanea è, infatti, il testo scritto nel 1974 dal filosofo statunitense Thomas Nagel dal titolo “Cosa si prova ad essere un pipistrello?”. Nel suo saggio, Nagel contesta il fatto che scienza e filosofie materialistiche abbiano risolto gran parte dei dilemmi relativi al funzionamento della nostra mente-cervello perché “non ci si può basare solo su un approccio empirico quanto le scienze empiriche omettono di considerare il principio della coscienza”. Questo perché, secondo il filosofo, “esperire la propria coscienza è un fatto soggettivo e dunque non riducibile in termini oggettivi”. Ma per far capire ai lettori, il pensiero di Nagel, vi proponiamo queste poche righe tratte dal suo studio filosofico della mente umana: “Nessuno dubita per esempio che un pipistrello abbia esperienze. Vede e interagisce tramite degli ultrasuoni, ha membrane come ali, una certa strutturazione nervosa, ecc. Tutte caratteristiche fondamentalmente aliene rispetto a quelle del nostro corpo. Possiamo allora effettivamente dire di sapere cosa prova un pipistrello? Siamo noi in grado di immedesimarci nella coscienza del pipistrello? La risposta è no, perché il suo organismo è differente dal nostro e per provare quello che prova lui avremmo bisogno di essere un pipistrello. Potremmo al limite immaginarcelo, ma rimane comunque una descrizione parziale”.

I pipistrelli hanno anche dato lo spunto per molte poesie, in cui vengono descritti in tutta la loro bellezza e misteriosità. Tra tante, è bello ricordare anche quella della grande Alda Merini che se, dapprima erroneamente, lo definisce “un topino volante che sembri un disegno animato”, poi conclude con questo splendido verso: “Pipistrello/farò silenzio/ma tu mi sentirai/mentre balli nel cielo bruno/col tuo Arabesque”.

C’era anche un altro poeta dialettale, famoso per la sua graffiante ironia, che sapeva far “parlare” gli animali in strofe, dando significati spesso legati alla satira sociale con i quali colpiva tutto e tutti. Era Carlo Alberto Salustri, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Trilussa. Dai polli ai gatti, dalle api ai maiali, erano spesso proprio gli animali a “graffiare” in romanesco con versi che sapevano toccare nel profondo il lettore. E tra le sue poesie, non poteva mancare una intitolata proprio “Er pipistrello”, che aveva come protagonista il nostro amico mammifero volante che sapeva rispondere per le rime ad una lodola e ad un fringuello che lo prendevano in giro per la sua bruttezza e per le sue ali da diavolo. Il pipistrello, per nulla offeso, risponde con la sua proverbiale saggezza al fringuello ricordandogli che lui finisce in gabbia perché è capace di cantare e quindi l’uomo lo vuole vicino a sé per deliziarsi del suo canto ed alla lodola che finisce in padella perché è un ottimo bocconcino. Il pipistrello invece, conclude a modo suo la conversazione con questi versi: “Li preggi spesso fanno/più danno che vantaggio!/No, no: nun me ne curo…!/È mejo a sta’ anniscosto!!/È mejo a sta’ a l’oscuro!”

A volte, invece, sono i pipistrelli a diventare poeti, come nel caso della bellissima poesia omonima di Randall Jarrell, in cui si narrano le gesta di un pipistrello che decanta poesie e che, per questo, è sbeffeggiato dai suoi simili. Ma poi saprà come riabilitarsi. assolutamente da leggere!

Oltre che nelle poesie, i pipistrelli sono stati descritti anche in tantissime favole. Probabilmente le più celebri e conosciute, sono senza dubbio quelle di Esopo, vissuto nel VI sec. d.C., che a detta degli studiosi, “avevano uno scopo didascalico ed educativo”. Ed ai pipistrelli Esopo, ha dedicato ben tre favole, con la classica “morale” finale: ne “Il pipistrello, il rovo e il gabbiano” viene spiegata l’origine dell’abitudine del pipistrello di volare solo di notte. Ne “Il pipistrello e le donnole” si spiega che non bisogna ricorrere sempre agli stessi espedienti, ma adattarli alle circostanze. Mentre da “L’uccellino e il pipistrello” si ricorda che nella vita è necessario essere previdenti. Perle di saggezza, come le altre tantissime favole di Esopo, che vedono come protagonisti i nostri amici chirotteri.

Ci sono anche molte fiabe e leggende africane e sudamericane, le cui origini spesso si perdono nella notte dei tempi, in cui si narra di pipistrelli a volte saggi, a volte maldestri, spesso vanitosi, a volte orgogliosi o addirittura albini come nel racconto “La libellula e il pipistrello” di Ros The Elpe, ma dai quali, per il lettore, c’è sempre da imparare!

I pipistrelli possono anche insegnare ai bambini, con leggerezza ed ironia, il piacere della lettura, come nel caso della favola “Pipistrelli in biblioteca” di Brian Lies, che poi si ripete con le divertenti avventure de “Pipistrelli in spiaggia”. E sempre in fatto di bambini, ci piace segnalare una nostra favola, “Il pipistrello Divo e la ‘mamma’ umana”, Taphros Edizioni, tratta dal nostro documentario “Storia di un orfano di pipistrello”, nel quale si racconta la storia del pipistrello Divo, caduto dal rifugio pochi giorni dopo la sua nascita, e curato dagli esperti che gli hanno insegnato a mangiare ed a volare, prima di rimetterlo in libertà qualche tempo dopo. 

Molto interessante, e di enorme successo, è stato il connubio tra la Walt Disney e i pipistrelli, grazie alla campagna “Un pipistrello per amico”, partita nel 2008 e promossa dal Museo di Storia Naturale di Firenze e da Unicoop Firenze. E così i bambini, e non solo, grazie ai due fumetti “Paperino e il pipistrello Kiro” e “Un pipistrello in famiglia” hanno potuto conoscere meglio il mondo dei Chirotteri, avendo inoltre la possibilità di acquistare le bat box da installare sulle pareti delle proprie abitazioni. Pensate che in tre anni ne sono state vendute ben 60.000! Nel 2013 la Coop e il Museo di Storia Naturale di Firenze ha bissato l’iniziativa, coinvolgendo la Coop Lombardia ed anche gli allievi della Scuola del Fumetto di Milano che hanno disegnato e donato delle tavole con tema principale, manco a dirlo, i pipistrelli!

Sempre in tema di fumetti, va ricordata la serie del pipistrello scrittore “Bat pat” ideata da Roberto Pavarello (Edizioni Piemme) e che è stata poi esportata con grande successo in molti paesi europei e non solo. Le avventure del pipistrello uno scrittore specializzato in storie da brivido, anche se un tipo fifone, sono poi approdate dal 2012 anche su Rai Due con 52 episodi da 13 minuti ciascuno, in cui si raccontano le avventure di Bat pat e dei suoi inseparabili amici Martin, Leo e Rebecca Silver, bimbi tra gli otto e i dieci anni, e intrepidi investigatori dei misteri di Fogville.

I pipistrelli, hanno fatto anche la fortuna di un grande compositore come Johann Strauß. Va detto che l’operetta “Il pipistrello” (Die Fiedermaus) al suo debutto, al Theater An der Wien di Vienna il 5 aprile 1874, venne stroncata dalla critica ma non dal pubblico e dopo due anni l’operetta di Strauß contava oltre cento repliche nella sola Vienna. Oggi è insieme a “La vedova allegra”, resta ancora l’operetta più applaudita nel mondo.

Tra le novelle che hanno avuto come protagonista un pipistrello, va ricordata anche quella omonima scritta da Luigi Pirandello, nella quale però il pipistrello è visto come una “bestia schifosa” che con il suo svolazzare disturbava la piccola Gàstina, durante tutte le rappresentazioni teatrali della commedia in cui era la protagonista. Non  proprio il massimo, ma era giusto darne notizia in un paragrafo dedicato alla letteratura inerente i pipistrelli. Anche ne “Il pipistrello di Versailles” di Gianfranco Manfredi, non è che i Chirotteri escano bene dalla narrazione, perché si raccontano le gesta di, testuale, “un principe pelato con la faccia da topo, vestito di stracci” che abitava “nella palude di Versailles, il luogo più ingrato di Francia, assieme ad altri quindici vampiri, tutti nobili di origini e tutti ugualmente calvi e malridotti”. Il principe in questione era Varney, detto anche “Il Grande Pipistrello”.

Simpatica, invece, l’idea del famoso etologo Danilo Mainardi che ha scritto un “giallo etologico” dal titolo “Un innocente vampiro” (Editore Cairo) per far conoscere ai lettori, e non solo, le abitudini e le caratteristiche del Desmodus rotundus, meglio conosciuto come “pipistrello vampiro”, attraverso le vicende di uno scienziato italiano ed una affascinante ricercatrice ambientate in Florida.

Di ben più alta caratura scientifica, infine, il libro “La vita segreta dei pipistrelli” del  Prof. Danilo Russo, ricercatore di fama internazionale, nel quale si svelano, se non tutti, gran parte dei segreti del mondo dei chirotteri, parlando della loro biologia, etologia, abitudini e via dicendo.

 

I pipistrelli nel cinema

I pipistrelli hanno influenzato, e non poco, anche il cinema. Tra tutti, ovviamente, il primo personaggio che viene in mente quando si pensa all’abbinamento pipistrelli-cinema è senz’altro Batman. Non ci soffermeremo sul ben noto Batman a fumetti, da cui tutto ha avuto inizio e che ha visto il suo esordio nelle edicole statunitensi nel 1940, bensì sulle avventure in Tv de “l’uomo pipistrello” che sbarca sul piccolo schermo nel 1966 con una serie televisiva in cui Batman è impersonato da Adam West. in calzamaglia e con qualche chilo di troppo! L’anno dopo viene prodotto il primo film per il cinema, “Batman the movie”, ma per avere il bis sul grande schermo bisogna attendere addirittura vent’anni: è il 1989 e nel Batman diretto da Tim Burton resta magistrale l’interpretazione di Jack Nicholson, splendido Joker, e non epocale quella di Michael Keaton nelle vesti di Batman. Tra il 1992 e il 1997 vengono prodotti ben tre film, ma la fortuna cinefila della saga dell’uomo pipistrello sembra ormai aver imboccato la via del tramonto con sonore bocciature di pubblico e critica.

Tra il 2005 e il 2008, la saga di Batman ritorna con altri tre film, dando nuova linfa al personaggio e facendolo conoscere anche alle giovani leve in un mix di suggestioni ed effetti speciali ben lontani dal primo Batman del 1966 e che, comunque, hanno raccolto il successo proponendo il nostro “eroe” in un simbolo amato dagli spettatori perché rispecchia in maniera più verosimile la società di oggi, come nel caso di “Batman Begins”, “The Dark Knight” e “Il cavaliere oscuro”.

Ben diverse, invece, le ambientazioni e il clima presenti nella saga horror dei “pipistrelli vampiro”. In realtà, per fortuna, le pellicole aventi come cattivi protagonisti i nostri simpatici amici chirotteri, che di volta in volta si trasformano in esseri mutanti, voraci ed aggressivi, non sono tantissime. Tra le più celebri, vanno ricordate “Notti di terrore” con Bela Lugosi, “Le ali della notte” di Arthur Hiller, “Il morso del pipistrello”, “Pipistrelli vampiro”, “Pitch Black” con Vin Disel, e i più recenti film “Pipistrelli vampiro” con Lucy Lawless e “Bats” di Louis Morneau e del sequel “Bats 2”. L’ultimo in ordine di tempo è “Contagion”, del 2011, con un cast stellare: da Matt Damon, a Gwyneth Paltrow, da Kate Winslet a Jude Law che si dannano per salvare il mondo da una pandemia generata da un virus sconosciuto che alcune persone hanno contratto ad Honk Kong. Soltanto alla fine della pellicola, si scopre che il virus è stato causato da un pipistrello che è venuto in contatto con un maiale malato che viene poi ucciso da un cuoco che da’ quindi la mano ad una donna, contagiandola. E da qui, mano dopo mano, lo strano mix “pipistrello-maiale malato” da’ origine ad un virus letale (!) che si espande in tutto il mondo! Ogni commento è superfluo!

 

I pipistrelli nei sogni (© Fernanda Fazio )

L’interpretazione dei sogni é strettamente legata alla cultura di un popolo, alle sue tradizioni, al vissuto personale del sognatore.

L’animale è contemporaneamente il simbolo di ciò che nell’uomo è domato e di ciò che è rimasto selvaggio. Sognare un animale rivela la qualità e la vitalità dei suoi istinti. L’esperienza dimostra che l’animale ha valore di archetipo collettivo, ciò ne fa un simbolo universalmente riconosciuto.

Per i moderni gli animali, attraverso il loro simbolismo, mostrano ciò che aleggia nei pensieri del sognatore, ciò che striscia nella sua vita quotidiana, ciò che si nasconde nella foresta del suo inconscio. Nel caso dei pipistrelli, visti in passato come amici del demonio, il primo “riscatto” moderno è dovuto ad un fumetto: “Batman” che in breve tempo raggiunge e conquista milioni di fan. Attualmente la scienza e la divulgazione delle conoscenze scientifiche hanno dato nuova (e più veritiera) vita ai pipistrelli: si moltiplicano le bat-box nei giardini e sulle terrazze, si sa che i chirotteri ci vedono, hanno uno speciale sonar per poter muoversi e cacciare anche al buio e inoltre le femmine sono affettuose madri rispetto alla loro prole.

Anche l’interpretazione dei sogni si modifica: sognare il pipistrello rappresenta abbandonare le vecchie abitudini, voltare le spalle a convinzioni e atteggiamenti e valutare a fondo un problema prima di affrontarlo.

Vista quindi la metamorfosi in atto rispetto alla conoscenza di questo piccolo, utile (mangia le fastidiose zanzare), timido animaletto, capace di volare e di viverci accanto, si sta modificando anche l’interpretazione relativa al sognarlo.

Per i moderni sognare:

-un pipistrello bianco significa progetti innovativi

– pipistrelli in caccia: vivere in armonia con l’ambiente ed affrontare positivamente i cambiamenti

– un pipistrello che volteggia in casa: pensieri da chiarire.

– un pipistrello vampiro in sogno, rappresenta una persona che ti influenza negativamente e che mente 

 Secondo l’interpretazione popolare sognare pipistrelli era un sogno predittore di eventi negativi.  Poco se ne sapeva di questo strano animale notturno che si riteneva cieco e, certamente, un “topo con le ali” faceva pensare a demoni, roditori, malattie, sporcizia, cecità.

Le tante leggende, racconti noir, vampiri e conti “Dracula” hanno popolato per innumerevoli anni fantasie e favole.

Quindi l’interpretazione popolare decretava solo eventi negativi: come sporcizia, demoni, atti impuri, disonesti, cattiverie, confusione interiore.

Per la tradizione popolare sognare:

– un pipistrello significa pericolo per la salute

– di prendere un pipistrello: dispiaceri in famiglia

– di uccidere un pipistrello: ci sono nemici nascosti

– di essere toccati da un pipistrello: disgrazia improvvisa

– che un pipistrello si attacca ai capelli: malattia agli occhi o gravi preoccupazioni

– un pipistrello che vola dentro casa: il progetto che stai portando avanti ti preoccupa e non è sicuro

– di vedere tanti pipistrelli: grave perdita

– un pipistrello bianco: morte di un familiare.

Per interpretare correttamente i messaggi che la nostra mente elabora in forma onirica bisognerebbe conoscere almeno un po’ il sognatore: se giovane o meno, se è un uomo o una donna, che emozioni ha provato al risveglio o durante il sogno. Siamo infatti tutti diversi e lo stesso simbolo può assumere significati diversi a seconda del proprio vissuto, della cultura sociale di appartenenza, del momento della vita che stiamo attraversando.

 

Numeri da giocare al lotto:

• Pipistrello = 70

• Che vola = 46

• Che vola sulla tua testa = 45

• Tanti pipistrelli = 3

 

 

Bibliografia:

http// digilander.libero.it

http://www.bestmovie.it

http://horrormovie.it

http://www.focus.it

http://www.gemmyx.com/it

http://it.wikipedia.org/wiki/Pipistrello_(araldica)

http://www.indianiamericani.it

http://www.guidavalencia.com

http://www.bacardi.it

http://www.coscienza.altervista.org

http://www.leonardo3.net

http://www.aldamerini.it

http://www.fidicaro.net

http://www.lefiabe.com

http://www.coopfirenze.it

http://www.efira.it

http://www.filosofico.net

http://www.oroscopo.it

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