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I pipistrelli si orientano grazie alla statistica

C’è un professore di statistica nel regno animale, i suoi calcoli però non gli servono per elaborare sondaggi ma per sopravvivere. E’ il pipistrello, che Lutz Wiegrebe della Ludwig Maximilians University ha scoperto capace di trattare statisticamente l’eco di oggetti complessi come gli alberi.
Grazie a questa capacità di analizzare le onde acustiche riflesse, i pipistrelli sono esperti botanici: facendo una media dei segnali ricevuti possono distinguere un pino da una quercia, spiega lo scienziato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze (Pnas). Per capire il loro trucco Wiegrebe ha messo alla prova i pipistrelli frugivori dal naso a lancia (Phyllostomus discolor), analizzando la loro tattica di fronte a oggetti contorti.
Lo scienziato ha usato fantocci di varia forma intricati come alberi, ciascuno con un gran numero di superfici, fino a un massino di 4.000. Alcuni oggetti avevano tantissime superfici riflettenti onde di scarsa intensità e quasi uguali tra loro, qualcosa di simile a un pino con la sua miriade di piccoli aghi.
Altri fantocci erano simili ad una quercia, con meno superfici ma diverse tra loro e quindi in grado di inviare segnali variamente intensi. Entrambi i sistemi sono caotici, ma il pino è nel complesso più regolare perchè ha tantissime superfici tutte uguali, mentre la quercia è più rugosa.
In ogni caso il pipistrello non ha tempo di contare uno per uno i segnali, né di impazzire seguendo i microscopici movimenti del fogliame. Quel che fa invece è crearsi un’idea generale della rugosità complessiva dell’oggetto. In questo modo carpisce la sua immagine senza dover memorizzare il pattern preciso dei segnali e questo gli basta non solo per non andare a sbattere, ma anche per sapere senza errore dove andare a cercare un buon pasto.

Tratto da: http://www.focus.it

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